Mettere a buon frutto i propri risparmi per ottenere un reddito passivo: un reddito che continua a essere percepito dopo un impegno iniziale e il cui mantenimento richiede uno sforzo quotidiano minimo o nullo. Si tratta di un flusso di entrate aggiuntive che non deriva dal lavoro ma dagli investimenti, e con cui integrare lo stipendio mensile, supportare il budget famigliare, o prepararsi alla pensione. È un’esigenza condivisa da molti investitori, e può rappresentare una parte essenziale della pianificazione finanziaria.​

Lasciare la liquidità parcheggiata nel conto corrente, infatti, significa esporre i propri risparmi agli effetti erosivi dell’inflazione. Ecco allora che investire per l’income, vale a dire il reddito, può rispondere a due esigenze: da un lato proteggere il valore reale del proprio capitale nel tempo; dall’altro, incrementare le entrate mensili in modo stabile e costante nel tempo, senza bisogno di un impegno quotidiano ricorrente.​

4 cose importati da sapere sul reddito passivo​

  • Investire sui mercati finanziari è il modo più efficace per generare reddito passivo.​
  • L’income investing ha come obiettivo la generazione di un reddito costante e stabile nel tempo, preservando il capitale.​
  • Obbligazioni, dividendi azionari, liquidità sono alcuni tra gli strumenti più comuni utilizzati per questa tipologia di approcci.​
  • Diversificazione, gestione dei rischi e individuazione delle opportunità di valore sono fondamentali per investire nell’ottica del reddito, ma richiedono un’attenta analisi dei mercati: meglio affidarsi a gestori attivi e specializzati.

Come generare reddito?​

I modi per generare reddito sono diversi. Un’opzione ben nota e diffusa consiste nel dare in affitto una stanza o una seconda casa, una strada percorribile che richiede però di avere un capitale ingente “bloccato” in un immobile. Molto più raro è il caso di artisti che possano contare su una rendita legata, per esempio, a royalty e diritti d’autore.​

È evidente che non tutti hanno simili possibilità. Per questo, la fonte di reddito passivo più comune è rappresentata dall’investimento sui mercati finanziari. Questo presenta diversi vantaggi, a partire dalla possibilità di iniziare a investire con cifre contenute, sin da giovani, andando eventualmente a incrementare l’impegno finanziario via via nel tempo. È quindi un modo accessibile a tutti per iniziare a generare reddito passivo. E anche in questo caso le fonti e le tipologie di strumenti finanziari con cui è possibile perseguire l’obiettivo sono numerose.​

Le obbligazioni sono titoli di debito emessi da aziende, governi o altri enti. Gli investitori, o obbligazionisti, concedono in prestito il proprio capitale agli emittenti, e in cambio ricevono un reddito regolare, detto per l’appunto reddito fisso. Alla scadenza dell’obbligazione, cioè alla fine del prestito, ottengono anche il rimborso del capitale prestato.​

I dividendi sono una forma di reddito offerto dalle azioni. Molte società quotate in borsa, tipicamente quelle con le gestioni migliori e risultati in crescita, sono solite ricompensare regolarmente i propri azionisti dividendo tra loro una parte degli utili netti. Questi “dividendi”, per l’appunto, sono distribuiti con cadenza trimestrale, semestrale o annuale. ​

Anche la liquidità può rappresentare una fonte di reddito passivo. In che modo? Tipicamente, destinando il capitale al conto deposito di una banca. Si tratta di una forma di investimento considerata come molto sicura, che permette di mantenere l’accesso alla liquidità anche nel breve periodo. Ma il rendimento è significativamente più basso di quello di azioni e obbligazioni e, a seconda delle fasi del ciclo economico, può essere inferiore anche al tasso d’inflazione.​

Oltre a questi ci sono gli investimenti alternativi: tutti quelli che esulano dalle categorie tradizionali di azioni, obbligazioni e liquidità, e che possono andare dai fondi immobiliari agli investimenti infrastrutturali, passando per materie prime, energie rinnovabili e private equity. Strumenti generalmente più adatti a investitori esperti e con profili di rischio più elevati.​

Aumentare il reddito senza aumentare i rischi​

L’income investing consiste proprio in un approccio di investimento che mira a generare un reddito costante e regolare nel tempo. Può svolgere un ruolo fondamentale nel portafoglio di tutti gli investitori che vogliano ottenere income aggiuntivo, proteggendo al tempo stesso il capitale dalla volatilità dei mercati e dall’erosione dell’inflazione.​

Ma è possibile aumentare il reddito senza incrementare anche i rischi? Sì, a patto di investire con consapevolezza e tenendo a mente alcuni principi generali. Il primo è la necessità di diversificare gli investimenti. Nella finanza comportamentale è ben noto il fenomeno del “bias domestico”, ovvero la tendenza degli investitori a prediligere i titoli del proprio mercato. In Italia, ad esempio, molti risparmiatori ai primi passi nel mondo dell’income investing guardano con interesse ai BTP: strumenti semplici, garantiti dallo Stato italiano, che negli ultimi anni sono tornati a offrire rendimenti interessanti. Investire soltanto in una categoria di obbligazioni, però, espone a rischi più elevati: non bisogna infatti considerare soltanto la possibilità (quasi impensabile) che il governo non ripaghi i debiti.​

Gli ultimi anni hanno visto un susseguirsi di eventi imprevedibili, dal Covid alla crisi in Ucraina, che dovrebbero aver insegnato agli investitori più attenti una lezione importante: sono molti i rischi di cui tener conto. Non serve una pandemia globale per sconvolgere i mercati. I picchi di volatilità possono essere causati, per esempio, da fattori geopolitici, o da notizie e dati macroeconomici che causano rovesci temporanei negli umori dei mercati. Questi scossoni possono ridurre il valore delle obbligazioni e degli altri titoli che si detengono in portafoglio, BTP inclusi, colpendo così il capitale investito.​

Un portafoglio ben diversificato di strumenti finanziari è naturalmente più resistente a queste turbolenze, che colpiscono parti diverse dei mercati con intensità differenti.​

Inoltre, investire per l’income con un approccio globale permette di non perdere opportunità di rendimento più redditizie rispetto ai soli BTP. Ci sono regioni e asset class che offrono un reddito più alto anche a parità di livello di rischio: è per questo che si parla di possibilità di trovare valore relativo sui mercati, ovvero settori e titoli che, semplicemente, offrono opportunità migliori rispetto ad altre.​

Per un investitore privato, individuare queste opportunità può essere estremamente oneroso, soprattutto se l’obiettivo è generare reddito passivamente, senza un impegno costante. In fondo, il “bias domestico” di cui parla la finanza comportamentale ha basi razionali: semplicemente, gli investitori si concentrano sui titoli che possono conoscere relativamente bene con poco sforzo. Al contrario, andare a scovare investimenti interessanti in altri Paesi (in Europa o negli Stati Uniti, ad esempio) o su mercati più complessi richiede sicuramente un impegno in più, non alla portata di tutti.​

È per questo che conviene affidarsi a gestori attivi, con team di analisi e ricerca globali, che possono dedicare tempo ed energie a svolgere il loro compito principale: trovare valore sui mercati per aiutare gli investitori a raggiungere i loro obiettivi. Anche, e soprattutto, quando si tratta di generare reddito passivo.

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